Il sorriso annoiato ma cortese dei camerieri in forze al Grand Hotel Rimini inaugurò l’ennesima conviviale del Panathlon.
Un racconto di Fabrizio Coniglio Presidente Panathlon Mestre
I Soci ritrovavano in quella struttura, nobile decaduta, un clima accogliente e qualche mancia, a fine serata, era elargita. L’albergo aveva conosciuto tempi migliori e così il Club. Nessun ospite sportivo, anche quella sera, era presente o forse, come salacemente sussurrato da qualcuno, l’invito, ancora una volta, era stato cestinato.
Come una bella donna che, al trascorrere implacabile degli anni vuole scoprire se piace ancora, il Club, quella sera, si interrogò tra la prima e seconda portata.
Gli alti ideali dello sport sarebbero bastati a scrivere nuove pagine gloriose del Club o, piuttosto, andava ricercato un nuovo linguaggio che i giovani sportivi potessero comprendere? Di fronte all’amletico dubbio il vice presidente ebbe a lamentarsi del risotto e fu chiaro ai più che il futuro del club era deciso. Ogni cosa ha un termine o come saggiamente chiosa il filosofo greco “tutto scorre”.
Scorre così tutto velocemente che il consueto grigio vitello tonnato fu preda di un tavolo noto per voracità agonistica lasciando molti altri commensali solo con il desiderio.
I camerieri stavano intuendo che razionalizzare le portate doveva essere un dogma per una struttura alberghiera piena di rughe. Il maitre, come una marmotta che fiuta il pericolo imminente, squittì “tempesta in arrivo” rientrando velocemente in cucina.
Un socio, noto per lamentosi strali contro la conduzione presidenziale, chiosò se dovessero essere riviste le quote in base ai consumi e ciò scatenò un’irrituale risposta che coinvolse, poco sportivamente, anche le virtù della moglie.
La reazione fu sproporzionata all’offesa ma attacchi al sacro talamo richiedono una pronta soddisfazione. E fu così che l’ultima porzione di vitel tonné raggiunse il tavolo presidenziale quasi a tempo scaduto. Il Revisore dei conti, raggiunto da schizzi, ritenne che l’onta dell’approvazione del bilancio senza l’unanimità dovesse essere vendicata e rispose, scagliando sulla batteria nemica, fitte cucchiate di risotto scotto. Una bottiglia colpì al capo il segretario e si temette per la bottiglia. I camerieri sapevano che solo i Caschi blu dell’Onu erano ben pagati per certi interventi e quindi si ritirarono in cucina in attesa che la tempesta cessasse.
Tra loro, il più corpulento invece decise di passare all’azione nonostante il grigiore dei capelli dovesse indurlo alla prudenza. Entrò nel salone, colpì con un uppercut due scalmanati del direttivo, separò a forza il presidente da tre oppositori, trascinò via, offrendo ceffoni gratis, alcuni soci morosi che si picchiavano più di altri. Scaraventò, finalmente, il segretario da una scalinata. Aveva riportato l’ordine. Il presidente, tumefatto nel viso e nell’anima urlò: “ GIROLAMO ZANONI, lei è GIROLAMO ZANONI, l’ho riconosciuto solo ora. Signori, ospite gradito di questa sera, è il nostro campione di pugilato, ex campione nazionale pesi medi. Un applauso! Socio ad “honorem”
Essere riconosciuti fa sempre piacere anche se la persona che ti fa uscire dall’oblio ha appena perso gli incisivi e la consueta signorilità. La memorabile serata ricollocò alla ribalta il campione dimenticato da tutti ed ottenne soddisfacenti onorificenze sportive tra le quali il ruolo di commissario liquidatore del club, svolto con panathletico fair play.
P.s. Ogni riferimento a persone, località, club è puramente casuale