Gianfelice Facchetti con “Capitani” fa invece suo il 4° Premio Letterario Panathlon International Distretto Italia

di Alessandro Giusti addetto Stampa Panathlon International Area 6 Toscana

Pontremoli , Sabato 19 Luglio – In una bellissima Piazza Della Repubblica baciata dal sole estivo ha avuto luogo la premiazione del 62° Premio Bancarella Sport alla presenza di un nutrito e prestigioso pubblic
Ad aggiudicarsi questo ambitissimo riconoscimento è stato un vero e proprio simbolo dello sport italiano,e non solo, come Gianluigi Buffon per il suo libro autobiografrico “Cadere,rialzarsi, cadere,rialzarsi”.
L’ex portierone della Nazionale Italiana e della Juventus al momento della consegna del San Giovanni di Dio, la scultura realizzata da Umberto Piombino, simbolo del premio e dei librai erranti,ha commentato visibilmente emozionato “ Non è il mio campo abituale, qui mi sento un pò a disagio,ma ricevere un riconoscimento simile, per un libro così personale, mi onora profondamente”.
A ricevere il 4° Premio Panathlon, assegnato dal Panathlon International Distretto Italia, è stato invece Gianfelice Facchetti per il libro “Capitani”edito da Piem

Alla domanda sulle motivazioni che hanno determinato la scelta del libro “ Capitani” per il Premio Panathlon il Presidente del Panathlon International Giorgio Costa ha dichiarato:”Ho ritrovato nel libro di Facchetti lo spirito e tutti i valori che animano il Panathlon e Il capitano di una squadra deve saper incarnare valori quali la lealtà, la pazienza, il rispetto e soprattutto l’umiltà e deve saperli trasferire a tutta la squadra. Tutti questi valori devono essere presenti anche nello sport giovanile ed è proprio in base a questi valori che bisogna impegnarsi per limitare e cercare di eliminare tutti quegli atteggiamenti scorretti che spesso vedono coinvolti i genitori degli atleti.
Di grande ispirazione a Gabriele Facchetti per la stesura del suo libro è ovviamente stata anche la grande esperienza sportiva del padre Giacinto Facchetti,un vero e proprio “leader di razza”sia nell’Inter che nella Nazionale “.
La lunga giornata del Premio Bancarella Sport è cominciata con la presentazione del libro “Maleducati. Educazione, disinformazione e democrazia in Italia”di Mario Calligiuri (Ed. Luiss University. Nel suo libro il docente dell’Unical pone l’educazione e la cultura alla base di ogni cittadino quali strumenti essenziali per comprendere il mondo e si chiede come si possa mantenere una corretta democrazia in un paese dove vi sia un crescente proliferare di disinformazione, dove venga dato scarso rilievo all’istruzione e soprattutto dove vi sia una maleducazione imperante.
Un ritratto poco lusinghiero del nostro paese al quale bisogna assolutamente porre riparo.
Il pomeriggio si è aperto con la premiazione della 3a edizione del concorso “Sportiva..mente”indetto dall’ Area 6 Toscana del Panathlon International; questo concorso si articola in due sezioni, un percorso letterario per stimolare la creatività e le competenze linguistiche dei bambini, e un percorso grafico pittorico per favorire l’espressione artistica e la capacità di rappresentare graficamente il significato e i valori dello sport.
Anche lo svolgimento della selezione ha visto due fasi, una distrettuale coincidente con l’ambito locale dei singoli distretti scolastici e una fase regionale coincidente con l’ambito della Regione Toscana, dove la giuria dell’Area 6 ha scelto i vincitori dell’edizione 2025 che saranno premiati proprio sul prestigioso palco del Bancarella Sport prima del Premio Panathlon, del Premio Giornalistico Bruno Raschi e del Premio Bancarella Sport .Sul palco sono stati chiamati il Governatore dell’Area 6 Toscana Andrea Da Roit,vera anima di questo progetto, il Presidente del Distretto Italia del Panathlon Giorgio Costa e il Sindaco di Pontremoli Iacopo Ferri; proprio quest’ultimo ha preso la parola per ringraziare il Panathlon International di legare la sua gloriosa storia con il Bancarella Sport e di coinvolgere con questa iniziativa anche i giovani, facendoli avvicinare allo sport e a tutti quei valori che esso rappresenta.
Il Presidente Costa, dopo aver ringraziato il Governatore per la creazione di questo premio, ha ricordato quanto esperienze del genere riescano a coinvolgere i giovani anche in senso culturale poiché, oltre a praticare alcuni sport, i giovani possono conoscere gli altri anche attraverso chi scrive di sport. Parlando poi dei libri presenti al Premio Bancarella Sport Costa ha sottolineato di quanto quest’anno il livello generale sia alto, rendendo il lavoro della giuria assai difficile,e soprattutto del fatto che questi libri più che delle medaglie e dei successi sportivi parlino della persona e dei suoi valori.

Andrea Da Roit ha poi ricordato che la 3à Edizione del Premio Sportva..mente ha avuto ben 870 partecipanti grazie soprattutto ai docenti delle scuole primarie che hanno aderito a questa idea, il voler puntare sulle scuole primarie è poi dettato dalla speranza di poter raccogliere da grandi ciò che è stato seminato da giovani .Da molti degli elaborati presentati si vede poi che i bambini amano sperimentare più sport senza lasciarsi condizionare troppo dalle pressioni dei genitori verso uno sport specifico.Ad esempio ha ricordato che nella scorsa edizione lo sport più votato fu uno sport inusuale come l’equitazione;il governatore ha poi concluso leggendo un elaborato della prima edizione che è stato scritto in forma di ricetta culinaria e dal quale traspare tutta la fantasia che i giovani riversano nello sport.
Sono poi stai chiamati sul palco anche il Presidente del Panathlon Club Pontremoli Lunigiana Aldo Angelini , creatore del Premio Sportiva..mente assieme a Da Roit,e Gianfilippo Mastroviti, Presidente della giuria e vice governatore, e tutti assieme hanno ricordato il giornalista e amico Franco Vannini recentemente scomparso.
Mastroviti ha poi precisato che, a causa del grande numero di elaborati, le premiazioni si sono svolte a settori e non a graduatoria.
I primi ad essere premiati con medaglia, pergamena e carta dei diritti del ragazzo nello sport sono stati i ragazzi del settore grafico:Aurora Rovito, del Club Volterra stata premiata dal Presidente Giorgio Costa per il suo disegno,Aldo Angelini ha premiato Rachele Cometti del Club Siena,Il giovane Edoardo Bertolini, del Club Pontremoli Lunigiana è stato premiato dal Delegato Coni di Massa-Carrara Vittorio Cucurnia, Anna Calabassi, del Club Valdarno Superiore,è stata premiata dal Presidente del Centro Studi Panathlon di Lucca Leno Chisci ed infine Irene Sorini del Club Arezzo che è stata premiata dal Presidente del Club di Firenze Maurizio Mancianti.
Per il settore letterario i cinque premiati sono stati : Eleonora Bernardi del Club Lucca premiata da Andrea Da Roit, Adam Baldino del Club Pontremoli, premiato da Giorgio Costa, Mattia D’Ambrosio del club di Siena premiato da Luciano Soldi del Club di Volterra,Matteo Brogi del Club Valdarno Superiore premiato dalla Presidente Adriana Balzarini vice Presidente del Distretto Italia e Thomas Pizzauti del Club di Firenze,il cui premio è stato ritirato dal Presidente del Club di Firenze Maurizio Mancianti.
Sono stati poi consegnati i premi speciali come i Premi della Giuria, il primo è stato consegnato dal Presidente della giuria Gian Filippo Mastroviti alla Scuola Orsi di Lucca (Porcari), Arianna Loppi del club Volterra premiata da Errico Turelli Presidente della Commissione Fair Play Area 6,
Il Premio Unione e stampa sportiva, dedicato a Franco Vannini, è stato consegnato a Davide Faraldi di Arezzo premiato dal Presidente del Club di Lucca Lucio Nobile, il secondo è Ruben Michelangnoli del Club di Firenze premiato da Francesco Lo Nero Segretario del Club Firenze Medicea ed infine Il Premio Coni Toscana vinto da Mia Famin del Club Firenze Medicea e premiata da Vittorio Cucurnia, delegato Coni Massa Carrara.
A termine cerimonia il Governatore Andrea Da Roit ha ringraziato i ragazzi e gli insegnanti per la loro presenza dando appuntamento alla 4à edizione del Premio Sportiva mente del prossimo anno.
Dopo una breve pausa è poi stato il momento del 4° Premio Panathlon a Gianfelice Facchetti per il libro “Capitani”( Piemme Ed.);sul palco di Piazza Della Repubblica sono quindi saliti il Direttore Paolo Liguori, il Professor Giuseppe Benelli, il Presidente del Panathlon International Giorgio Costa e l’autore Gianfelice Facchetti, figlio del mitico giocatore dell’inter Giacinto Facchetti. Prima di cominciare l’interessante conversazione sul libro il Professor Benelli e il Direttore Liguori hanno voluto ricordare il giornalista Giampaolo Mezzano da poco scomparso. Nel ricordare Mezzano il Professor Benelli ha raccontato di come questo fece un bellissimo articolo sulla disgrazia di Superga, dove come sappiamo il 4 maggio del 1949 l’aereo con l’intera squadra del Torino, vincitrice di cinque scudetti consecutivi (dalla stagione 42-43 a quella 48-49), perì nello schianto contro La Basilica di Superga, partendo solamente da una bambolina ritrovata tra le lamiere dell’aereo.
Nel suo libro “Capitani” Facchetti vuole trovare proprio il motivo per cui un giocatore, a prescindere dalle sue doti o dal mercato che ha dietro,riesca a guadagnarsi la stima incondizionata di tutta la squadra tanto da essere eletto loro capitano. Ovviamente l’esempio sia umano che sportivo del padre Giacinto si insinua un po’ per tutto il libro, ma Gianfelice vuole carpire proprio l’anima, lo spirito di sacrificio e di devozione che spinge un giocatore a prendere sulle proprie spalle tutta la squadra per condurla anche nei momenti più bui e a tale proposito si avvale anche delle figure di capitani di altri sport come ad esempio il Cricket. In chiusura ha poi ricordato l’impresa della Nazionale di Calcio italiana in Inghilterra al Mondiale del ’66, Nazionale di cui Giacinto Facchetti era capitano.
Adesso tutto è pronto per il Premio Giornalistico Bruno Raschi dove il Direttore Paolo Liguori e Paolo Francia hanno intervistato Alessandro Piccinini,vincitore dell’edizione 2025.
Sandro,come ama farsi chiamare,viene descritto da Liguori più che come un grande narratore come un grande telecronista che ama inventare e che a tale scopo ha inventato un gergo tutto suo.
A tale proposito il Direttore ricorda il termine “sciabolata”, inventata proprio da Piccinini e che è ormai di uso comune nel giornalismo sportivo e non.
Il Professor Benelli prende poi la parola per ricordare di quando riuscì a reclutare Bruno Raschi, che era originario di Borgo Val di Taro (o Borgotaro) che benchè si trovi in Emilia non è tanto distante da Pontremoli,per inserirlo nel progetto del Bancarella Sport come presidente.
Sandro Piccinini, classe ’58, è figlio di Alberto Piccinini, ex giocatore di Roma,Salernitana,Palermo,Juventus e Milan e anche lui tenta la carriera calcistica a metà anni70 nelle giovanili della Lazio ma abbandona dopo poco decidendo di intraprendere la carriera giornalistica e dopo aver frequentato l’Università di Urbino frequenta anche la scuola di giornalismo. Siamo alla fine degli anni 70 e gli inizi degli ann’ 80, gli anni pionieristici delle televisioni private locali e Sandro comincia a collaborare con le televisione romane TVR Voxon e Teleroma 56 come radiocronista inviato. Di quegli anni Piccinini ricorda soprattutto i personaggi incredibili che le frequentavano,maghi,imbonitori,venditori e giornalisti “sui generis”. A quel tempo chi proveniva dalle televisioni private non veniva considerato un vero giornalista e quindi non veniva accreditato per entrare allo stadio; quindi questi cronisti dovevano ingegnarsi per trovare terrazzi o luoghi rialzati nei pressi dello stadio per poter fare le loro telecronache.
Poi Sandro comincia a collaborare con la Sacis (Rai) per seguire il Mondiale dell’82, due anni dopo collabora con Rete 4 per Calcio Spettacolo e nel’ 87 entra in Fininvest approdando a Italia 7. Nel 1989 a TV KC (Koper Capodistria) inizia a condurre la trasmissione A Tutto Campo e poi conduce assieme a Maurizio Mosca Guida al Campionato su Italia 1, una trasmissione che condurrà ininterrottamente per sette stagioni consecutive. E proprio parlando di Controcampo Paolo Liguori che con Mosca e Piccinini ha fatto parte di quel programma, ha ricordato moltissimi aneddoti e ha ricordato il clima in studio dove i vari protagonisti (vi parteciparono tra gli altri Giampiero Mughini, Diego Abatantuono e l’ex arbitro Graziano Cesari)si confrontavano “ in punta di fioretto”.
Secondo Sandro Piccinini il cronista, sia esso di radio o di tv, non deve mai peccare di protagonismo, ma deve accompagnare la partita in maniera puntuale per permettere allo spettatore di seguire al meglio tutto lo svolgimento delle azioni. Parlare troppo fuori contesto invadendo il gioco è solo un disturbo.
Al termine dell’interessantissimo incontro con Sandro Piccinini sono stati fatti salire sul palco Lorenzo Maggini assieme ad un referente americano e all’editore; a riceverlo il sindaco Jacopo Mattia Ferri, che ha abbracciato e sta sostenendo il progetto di questo libro che uscirà il prossimo anno.. Lorenzo Mangini, pontremolese è infatti l’ autore del libro multimediale “Lou Carnesecca. Da Pontremoli a New York. l’allenatore italiano che divenne icona del basket in America” (Ed. Erga) su un altro pontremolese illustre, l’allenatore di basket Luigi P. Carnesecca detto Lou Carnesecca, che da Pontemoli ha trovato il successo in America allenando squadre del College diventando una vera e propria icona .
Dopo una breve sosta il palco è stato “invaso” dagli ultras del Genoa che assieme a Massimo Calandri,autore del libro “Siamo la fossa dei grifoni e gridiamo Genoa ale’” (Ed. De Ferrari), sono saliti sul palco per ricevere un riconoscimento essendo questo libro stato segnalato al 62° Premio Bancarella Sport. Calandri ha raccontato che senza il preziosissimo aiuto degli Ultras genoani non sarebbe mai riuscito a cogliere il vero spirito del tifo genoano.
Con il calare della sera eccoci finalmente giunti al premio vero e proprio, la piazza illuminata comincia a riempirsi di spettatori eleganti, tra cui la giornalista e compagna di Gianluigi Ilaria D’amico, che aspettano di conoscere il verdetto dei giudici mentre gli autori della sestina finalista prendono posto sul palco, tra i saluti e gli sguardi incuriositi dei presenti, pronti ad illustrare le proprie opere.
Dopo i saluti di rito del Direttore Paolo Liguori e di Sara Benci ecco comparire schierati i sei finalisti : Gianluigi Buffon autore del libro “ Cadere, rialzarsi,cadere rialzarsi”(Ed. Mondadori), Nicola Calathopolus autore del libro”Gioco sporco”(Ed.Gallucci), Claudio Colombo autore del libro “Giù la testa” (Ed. Oepli), Reinhold Messner autore del libro “La mia vita controvento”(purtoppo assente e sostituito da una rappresentante della casa editrice Corbaccio),Franco Nugnes, autore del libro “Senna. Le verità”(Ed. Minerva) e Paolo Piras,autore del libro “Vertical. Il romanzo di Gigi Riva”.
Il primo a prendere la parola è proprio Gianluigi Buffon, che esordisce rivelando che il suo libro rappresenta la sua vita di “talento precoce”che da quando aveva 17 anni è stato sotto i riflettori per ogni cosa che ha fatto. Nel ’95 il calcio era diverso da ora e somigliava molto di più a quello giocato negli anni ’70;ai suoi esordi Gianluigi cominciò a giocare con giocatori che appartenevano alla generazione degli anni ’50 per poi passare con gli anni a relazionarsi alle generazioni degli anni ’80 e ’90. Buffon ricorda questo “salto generazionale” raccontando che prima in campo era tra i più alti mentre con il tempo è rientrato nella media dell’altezza dei giocatori.
Adesso che ha lasciato il calcio giocato e non ha più la responsabilità di proteggere una porta Buffon dice di vivere una vita altrettanto intensa ma in maniera diversa, con altre responsabilità ma in egual modo emozionante.
Sin da quando aveva 25 anni Gigi ha cominciato ad ingaggiare una sfida con se stesso per migliorare sempre ed ogni errore lo ha sempre addossato a se stesso e mai agli altri.
Alla domanda di chi sia stato il giocatore che negli anni lo abbia più colpito Buffon risponde senza indugi Diego Armando Maradona. Ovviamente chiunque avesse giocato in quegli anni doveva fare i conti con lui, il “mago del calcio”; a tale proposito ricorda di come,durante un riscaldamento pre partita, Diego stesse palleggiando e ad un certo punto ha iniziato a tirare la palla altissima ed essa ricadeva perfettamente sul suo piede, un palleggio “galattico” che è durato per ben diciassette volte. I compagni, stupiti e incuriositi, hanno voluto ripetere questo palleggio ma nessuno è riuscito a restare precisamente fermo sullo stesso punto come “el pibe de oro”.
Questo ricordo ha dato l’assist a Paolo Piras di parlare di Gigi Riva , un giocatore appunto “verticale”che non cadeva mai da cui il titolo del suo libro “Vertical il romanzo di Gigi Riva”.
Quando Riva era in campo non cercava mai il fallo facile, resisteva in piedi a tutti i costi e cercava di terminare l’azione, decisamente un comportamento di altri tempi.
Nato in una famiglia assai modesta il giovane Gigi era abituato a giocare nei cortili e sul cemento e quindi bisognava non cadere a terra per evitare di farsi male e soprattutto di sciupare o rompere il vestito..o a casa erano botte.
Nel tempo Gigi Riva ha anche sofferto di depressione in anni in cui questa malattia era vista come una vergogna, Riva era una persona molto riservata che non amava i riconoscimenti e una volta che Prandelli gli tributò un applauso la sua reazione fu quella di sussurrare al CT “non farlo mai più”.
Nicola Calathopoulos, spronato da una domanda di Facchetti, comincia a raccontare la “storia sporca” di Dennis Bergamini; un fatto di cronaca che, partito da un presunto brutto incidente catalogato come suicidio. A seguito di accurate indagini volute dalla famiglia, che non ha mai creduto che Dennis si fosse buttato sotto un camion volontariamente,si è arrivati, grazie anche alle nuove tecnologie, a smascherare dopo 35 anni un brutale complotto ordito alle spalle di Bergamini dalla sua ex fidanzata, che è stata arrestata.
Nel suo libro “Gioco Sporco”Calathopoulos parla infatti di come la vita dei campioni, dietro i successi e i grossi guadani, sia fatta di grandi tentazioni e eccessi che possono trasformare l’esistenza in un inferno come si è visto per Marco Pantani e per Diego Armando Maradona; e proprio a proposito di Maradona racconta il terribile episodio di quando il medico Leopoldo Luca fu raggiunto dalla notizia che Diego stava morendo abbia esordito con l’ orribile frase “il ciccione sta morendo”.
Parlando di complotti e situazioni opache anche Franco Nugnes,autore del libro su Senna, ha sfatato dopo 30 anni la calunnia che Airton fosse ubriaco o drogato in quella maledetta ultima gara. Il campione Airton era perfettamente in grado di affrontare la gara prima di quel fatale incidente.
In quanto a Rehinold Mesner l’editrice ha raccontato che lui quando ha scalato veramente le montagne non ha mai temuto il vento contrario che anzi, “fa nascere le ali”,come dice lui, e neanche il fatto di avanzare con l’età riesce a frenare il suo entusiasmo. Difatti alla Corbaccio Editore si sono sempre ricercate persone che scalano le montagne , persone che ,come Mesner, amino misurarsi con la natura e la natura,si sa,ti lascia passare solo se la rispetti.
L’ultimo in ordine cronologico a prendere la parola è stato Claudio Colonna che nel suo “Giù la testa” ha raccontato lo storico match denominato “The Rumble in the jungle” tra Muhammad Alì e George Foreman tenutosi a Kinshasa, nello Zaire, nel 1974 e che vide Alì sconfiggere Foreman per KO all’ottava ripresa.
Nel suo libro Colonna racconta dettagliatamente la telecronaca di tutti e 8 i round per poi soffermarsi sulla storia che ha portato a questo grande incontro per la conquista del titolo mondiale dei pesi massimi. Siamo nel 1974 e lo Zaire è preda di un terribile scontro di potere che porterà alla fine del dominio belga alla fine degli anni ’70.
Presidente dello Zaire era allora Mubuto Sese Seko, che era stato favorito nel suo insediamento dalla Cia, quindi dagli USA, e dal Belgio per sostituire il precedente presidente e leader nazionale Patrice Lumumba, che essendo di posizioni filo sovietiche, fu giustiziato da un plotone d’esecuzione.
Questo storico match ebbe quindi luogo a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, come venne chiamato lo Zaire dopo l’insediamento di Mubuto, in un clima decisamente dittatoriale.
La preparazione di Alì fu incentrata soprattutto a sviluppare le doti di incassatore dato che Foreman aveva la fama di essere un grande “picchiatore”;l’esito di questo match è noto a tutti, ma la sua importanza fu principalmente storica per la situazione politica e sociale di quegli anni.
Ma ormai il tempo del Bancarella Sport è giunto al termine e dopo una avvincente “testa testa “ tra il libro di Buffon “Cadere, rialzarsi, cadere,rialzarsi”e il libro di Paolo Piras “Vertical. Il romanzo di Gigi Riva” si è arrivati al verdetto finale: “Cadere, rialzarsi,cadere,rialzarsi” 193,”Vertical, il romanzo di Gigi Riva”160, “Giù la testa “134, “la mia vita contrvento” 128, “Senna . La verità” 124 e “Gioco sporco” 119. Il resto è ormai storia in attesa della prossima edizione di questo sempre emozionante Premio Bancarella Sport.




