È ufficiale: gli Enhanched Games, un evento sportivo privato, alternativo alle Olimpiadi, Si terranno dal 21 al 24 maggio 2026 al Resorts World di Las Vegas, in Nevada.

di projectnow..com

di Angelo Porcaro – Redazione Nazionale Panathlon Pavia
Gli Enhanced Games sono un’iniziativa pensata dal quarantenne australiano Aron D’Souza con l’obiettivo di sdoganare l’utilizzo di sostanze dopanti nelle competizioni sportive per superare i limiti prestazionali degli atleti, battere i record attuali e superare i confini delle capacità umane. Il tutto, a detta degli organizzatori, con supervisione e controllo medico, con accurati test pre-gara per garantire la salute degli atleti.
L’evento vedrà i partecipanti competere in tre discipline principali: nuoto (50 m e 100 m stile libero e farfalla), atletica leggera (100 m sprint e ostacoli) e sport di forza (strappo e slancio). Durante la competizione sarà ammesso l’uso dei cosiddetti PED (Performance-Enhancing-Drugs), farmaci che migliorano le prestazioni, attualmente vietati dalla WADA.
I sostenitori delle “Olimpiadi dei dopati” (così è stato soprannominato l’evento) sono convinti che questi giochi porterebbero importanti innovazioni e vantaggi.
Promuovendo una trasparenza sul doping si eviterebbero pratiche nascoste dal sistema tradizionale e l’innovazione dei test medici e di screening garantirebbe la sicurezza degli atleti coinvolti. Alla base di questo ci sarebbe il Performance Enhancement Protocol, un sistema con cui i medici controllano gli sportivi e un comitato etico dà il via libera ai trattamenti, per garantire che ogni “miglioramento” sia sicuro, legale e basato sulla scienza.
Tra i vantaggi ci sarebbero anche i risvolti economici per gli atleti, con montepremi importanti, come dimostra il milione di dollari vinto dal nuotatore Kristian Gkolomeev per aver battuto il record dei 50 m stile libero.
La realizzazione di giochi sportivi con la legalizzazione del doping non è esente da critiche da parte di medici, sportivi e comitati internazionali.
In primo luogo ci sono i rischi per la salute degli atleti: l’uso prolungato e intensivo di sostanze dopanti (PED: Performance-Enhancing-Drugs/Farmaci che migliorano le prestazioni), anche se supervisionato, comporta incertezze e pericoli a lungo termine non del tutto prevedibili. I protocolli medici che verranno seguiti non sono ancora noti, non è chiaro come verranno applicati e quali sostanze verranno prese in considerazione.
Oltre alle preoccupazioni espresse dai comitati sportivi, una critica importante emerge in difesa dell’etica sportiva. Battere i record grazie all’uso di sostanze che migliorano le prestazioni va contro l’essenza stessa dello sport che è quella di vedere gli atleti competere in modo leale e pulito grazie al loro talento, agli allenamenti e al sacrificio quotidiano.
Il progetto è finanziato da nomi di spicco come il co-fondatore di PayPal Peter Thiel, Christian Angermayer di Apeiron Investment Group (che investe in sostanze psichedeliche e in “miglioramento umano”), Balaji Srinivasan (investitore di criptovalute), tutti questi investitori hanno un background che poco ha a che fare con lo sport o la medicina. Insomma, la natura profonda dell’iniziativa sembra essere quella del business piuttosto che puramente sportiva.
E poi il reale obiettivo che si nasconde dietro questo progetto potrebbe essere un altro: D’Souza e Thiel, infatti, sono notoriamente attivi sostenitori del transumanesimo, un movimento culturale – piuttosto diffuso nella Silicon Valley – che ha l’obiettivo di trascendere i limiti umani grazie all’uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per migliorare le capacità fisiche, cognitive e psicologiche.
Tra i sogni dichiarati del transumanesimo c’è la fusione tra essere umano e tecnologia per superare i limiti naturali biologici dell’invecchiamento e addirittura della morte.
E lo sport, a detta degli organizzatori, contribuisce a questo sogno. Ogni allenamento, ogni gara ci mostra cosa significa “manipolare” corpo e mente per resistere, vincere, sopravvivere.
Gli Enhanced Games, allora, non vanno letti solo come evento sportivo, ma come simbolo della tensione umana più antica: superare i limiti, sfidare la natura e…forse la morte.
In questo scenario, le polemiche si intrecciano con le speranze di chi intravede nella sperimentazione degli Enhanced Games una possibilità di riscrivere le regole dello sport moderno.
C’è chi sostiene che solo accettando nuove sfide sia possibile spingere l’umanità verso traguardi impensabili. Tuttavia, altri ribattono che il rischio è di perdere la bussola dei valori condivisi, trasformando la competizione in uno spettacolo dove il confine tra atleta e ”prodotto” della tecnologia diventa sempre più sfumato.
In merito agli emolumenti degli atleti gli organizzatori hanno espresso le loro osservazioni affermando che lo sport attuale penalizza gli attori principali, gli atleti, cioè coloro che generano spettacolo e risultati, non riconoscendo loro, in modo proporzionale, i guadagni derivanti dalla loro eccellenza sportiva. Enhanced Games nascerebbe anche come proposta alternativa per ridistribuire i profitti degli atleti di alto livello.
Questa evoluzione pone interrogativi profondi non solo sul ruolo dello sport nella società contemporanea, ma anche sui confini etici e filosofici della ricerca del miglioramento umano. Se da un lato le nuove tecnologie e le pratiche di potenziamento promettono risultati straordinari, dall’altro rischiano di ridefinire ciò che consideriamo “umano” e di accentuare disuguaglianze tra chi ha accesso a tali mezzi e chi ne resta escluso. Il dibattito, dunque, non riguarda solo la sicurezza degli atleti, ma investe anche la nostra idea di progresso e i valori che vogliamo preservare nel mondo dello sport e oltre.
Il progetto si colloca dunque, dal punto di vista socio-culturale, al crocevia tra sport, intrattenimento e ricerca biotecnologica.
Mentre alcuni vedono gli Enhanced Games come un esperimento rivoluzionario, altri li considerano un potenziale pericolo per l’etica sportiva e la salute pubblica.
L’impatto culturale dipenderà dalla percezione di sicurezza e legittimità non solo dei risultati sportivi.
In conclusione: Gli Enhanced Games 2026 attireranno sicuramente attenzione globale e dibattito mediatico,
ma è improbabile che si affermino come evento sportivo internazionale mainstream, a causa
della contrarietà delle istituzioni regolamentari, dei rischi sanitari e dell’assenza di
riconoscimento ufficiale dei risultati. Possono, tuttavia, evolvere in un fenomeno di nicchia con pubblico specializzato e investimenti legati a innovazione tecnologica e biomedicina.
CONSIDERAZIONE PERSONALE
Rileggendo quello che, con l’aiuto dell’AI, ho scritto, mi accorgo di non essere soddisfatto.
Mi Sento un groppo in gola ed un tarlo nel cervello.
E’ mai possibile che una “Olimpiade del doping” ne sia uscita così bene, addirittura con l’onore delle armi?
No! Non può essere!
Forse l’AI mi ha ingannato o forse ha fatto quello per cui è stata costruita, ha cercato la parola o la tesi più frequentemente usata, quella standard, quella che asseconda, appiana e e magari compiace.
Si potrebbe dire che ha optato per la “medietà”, cioè la posizione intermedia tra due estremi che sarebbe quella più efficace perché facilita la soluzione degli antagonismi, rifiutando quasi sempre il dissenso.
E invece
NO! Non ci possiamo rassegnare ad accettare una “Olimpiade dei drogati”.
Noi siamo il Panathlon, il Club custode del “gioco pulito”, del “rispetto delle regole”, della “non manipolazione della persona”.
Non possiamo, né dobbiamo assuefarci all’idea, qui vagheggiata, del superuomo assai ben prezzolato, che batte i record a costo della vita.
No! io non lo accetto! Mi ribello e spero, per questo, nella vostra comprensione.




