
-di Cesare Sagrestani–
Giovanni Degni nato nel 1900 a Roma nel quartiere San Paolo, trasferitosi poi giovanissimo con la famiglia in via Giulietti vicino alla Piramide di Caio Cestio, fu tra i pionieri del calcio romano e testaccino.
Degni, centromediano iniziò a giocare con la Fortitudo, e nel campionato 1920-21 in un incontro contro la Lazio un suo duro intervento sull’allora promettente portiere Fulvio Bernardini provocò oltre ad un grosso spavento alla famiglia anche la decisione della società di fargli proseguire l’attività al centro dell’attacco.

Degni nel 1922 passò con molto clamore per l’epoca all’Alba Roma con Alessandroni e Mattei, con cui disputò due finali scudetto perse contro Bologna nel 1925 e Juventus nel 1926.

Dopo la fusione nel 1927 delle squadre Alba Roma, Fortitudo e Roman, Degni entrò a far parte della AS Roma e debuttò contro il Livorno, siglando la sua unica rete in occasione della Coppa Coni nel 1927/28 vinta dai giallorossi.

Degni benché di altezza media, dotato di un fisico atletico, eccelleva nei colpi di testa e con ottima tecnica individuale, orchestrava il giuoco non solo di difesa ma anche offensivo con improvvisi cambi di campo grazie a calci di lunga gittata.
Oltre al rendimento in campo, lo rendeva importante uomo spogliatoio la simpatia e l’umore che riusciva a trasmettere ai suoi compagni anche con scherzi e burle ai loro danni.
Degni ebbe l’onore di giocare e dare il calcio d’inizio sia nella prima partita della Roma il 17 luglio 1927 vinta 2 a 1 contro la fortissima squadra ungherese dell’Ujpest sul campo in terra battuta del Motovelodromo Appio e sia la prima al Campo Testaccio il 3 novembre 1929 nella gara vinta dalla Roma sul Brescia con le reti di “sciabbolone” Volk e Fulvio Bernardini.
Anche se in quel periodo maggiore fu la fama di altri giocatori come Attilio Ferraris (IV), Fulvio Bernardini e Guido Masetti, Degni con la maglia della Roma rappresentò lo spirito e il cuore testaccino, lui che viveva a pochi metri da Porta S. Paolo appena fuori le mura aureliane, raggiungendo 87 presenze in campionato da titolare inamovibile. (Foto 4)

Il nipote Stefano mi ha raccontato che nonno Giovanni aveva un rapporto speciale con Ferraris IV non altrettanto con Bernardini forse a causa di quel vecchio episodio di giuoco nonché altri aneddoti per meglio comprenderne la figura.
All’epoca i calciatori indossavano maglie che non avevano il numero dietro e
per l’arbitro non era sempre semplice individuare il giocatore passibile del provvedimento disciplinare ma anche per gli stessi calciatori riconoscere i loro avversari. Era il 27 gennaio 1929 e la Roma giocava a Milano contro il Milan quando quasi al termine della gara un milanista commise un brutto fallo su Giovanni Degni che per non sentirsi dire la solita frase “non è un giuoco per signorine” , strinse i denti, nascondendo la sofferenza, e si rialzò per stringere la mano dell’avversario e riceverne le scuse. L’avversario riconoscendolo gli disse “Scusami Degni, ti avevo scambiato per Ferraris, sembrate identici”
Degni perplesso comprese che il fallo era volontario e trattenendo la mano del milanista gli chiese “Quindi credevi che fossi Ferraris?” Alla improvvida conferma dell’avversario, Degni gli rifilò una cinquina dal palmo della mano aperta sul viso facendolo crollare a terra, dicendogli “Ahò, ‘sta pizza te l’ha mannata Attilio” e diventò il primo giocatore della Roma ad essere espulso. Negli spogliatoi fu portato in trionfo dai suoi compagni, non tanto per lo schiaffo, quanto per la difesa di un compagno di squadra oltremodo importante come il grande Attilio Ferraris che divenne campione del mondo con l’Italia nel 1934.
Per il suo carattere fumantino non ebbe molta fortuna con la Nazionale quando venne convocato per un raduno tra i primi calciatori del Centro Sud. Infatti gli fu precluso il prosieguo in azzurro a causa di un focoso diverbio negli spogliatoi con sembra Cevenini III che durante l’allenamento non lo mise in condizioni di ben figurare.
Lasciata la Roma nel 1931, proseguì l’attività nel Lecce e nel Catania fino al 1934 e come allenatore diresse varie squadre tra cui la Roma dal 1945 al 1947.
Altra storia interessante è un viaggio avventuroso nell’Italia post bellica alla ripresa del campionato accaduto a Degni quando allenava la Roma, immortalato da una bella foto.

Era il 7 luglio 1946 e la Roma è la prima squadra italiana a fare una trasferta in aereo, residuato bellico americano non coibentato, in partenza per Torino.
Nell’ Italia bombardata, da Roma per raggiungere il Nord si potevano impiegare 2 giorni ad andare e altri 2 per tornare. La rete ferroviaria era semidistrutta e si alternava il treno a torpedoni di fortuna con soste forzate. Per la cronaca la Juventus vinse 2 a 1 con due rigori di Rava aggiunge con sottile perfidia Stefano che per non tradire il nonno è un acceso tifoso giallorosso.

Terminata l’attività di allenatore Degni aprì un negozio di articoli sportivi, situato sotto la sua abitazione all’inizio di via Ostiense, meta anche degli arbitri romani che si rifornivano da lui dei fischietti “Balilla”, dei calzettoni e mantelline impermeabili in uso a quei tempi
Degni, nato nello stesso anno degli inizi del calcio a Roma e scomparso nel 1975, ha percorso un lungo e bel tragitto nella sua amata città dedicando la vita alla sua passione sportiva sempre vicino al Testaccio dove batte più forte il cuore dei Romani come direbbe l’amico Roberto Lucignani, autore di un bel libro sul rione testaccino.
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