–di Francesco Schillirò–
Come si può parlare di riattivare alcune diciamo” attività sportive”, quando giustamente, e lo dico da medico, si è limitata la libertà alla popolazione? quando ognuno di noi, per rispetto reciproco, non può condividere momenti affettivi con gli stessi familiari?
Ovviamente il tributo dato e che sempre si darà a “Cesare” ancora sopraffà il resto.
Da vero sportivo, che ha sempre praticato lo sport ,ritenendolo necessario a tutte l’età, fino a quando è possibile un certo movimento coordinato del nostro corpo,(infatti con il Club Panathlon di Napoli, sotto la mia Presidenza, avevo lanciato dei progetti sul calcio ed il basket camminato nella terza età, pensando di poter organizzare anche dei tornei tra panathleti del nostro distretto ed in questo coinvolgendo anche gli amici del Club di Trapani), mi trovo basito, nel sentire l’eventuale ripresa di qualche attività sportiva, anche in assenza di pubblico.
Se facciamo un’attenta analisi, senza scendere nel particolare della tipologia di sport, e in considerazione invece del tipo di malattia infettiva virale, attualmente vigente e con alta capacità di contagio, vedremmo che in una valutazione statistica “costo- beneficio” il costo dovuto dal detrimento per la salute, è nettamente superiore.
Infatti considerando gli atleti, i dirigenti accompagnatori, ognuno di questi può essere un eventuale portatore sano, infettivante anche i conviventi.
Questo ci potrebbe portare ad una ripartenza cruenta della pandemia, anche perché da molti illustri colleghi, viene sottolineato il pericolo dei focolai casalinghi.
Non si possono, a mio avviso, gettare alle “ortiche” i sacrifici fatti, e che ancora non si sa quando finiranno, della popolazione.
Cum grano salis, cerchiamo di risolvere prima il problema sanitario per poi poter godere tutti insieme la bellezza dei nostri amati sport.
L’Olimpiade, dove vi è un enorme impegno di tempo ed economico, si è rinviata di un anno.
Questo a mio modesto avviso, che è espressione di un pensiero non condizionante, deve essere il viatico da intraprendere, ovviamente auspicando che, per i nostri sport nazionali, la ripresa, ristabilita la condizione sanitaria, sia la più rapida possibile.
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