-di Massimo Rosa–
Assurdo è l’aggettivo il cui significato è: “Che contrasta con la logica”. Lo stiamo utilizzando appositamente per marcare la contrarietà alla ripresa di questo campionato, ormai da troppo tempo immobile e forzatamente ancora in discussione nel comodo o scomodo gioco delle parti politico-sportivo- televisive e, di conseguenza, di marketing.
In tutta questa tiritera ci si dimentica che l’humus per il” dio calcio” è il tifoso, ma esso è l’ultimo dei pensieri dei protagonisti di questa stucchevole manfrina. Dunque ripresa si o ripresa no?
Ma al dilà di queste considerazioni ci si è chiesto soprattutto che partite saranno? Saranno vere o saranno semplicemente delle farse, dal momento che i giocatori non dovranno toccarsi? Osserveranno obbligatoriamente il metro di distanza, come i comuni mortali? Avranno la mascherina, alla luce degli sputi che abitualmente tirano vedendoli in televisione? Oppure come si regoleranno sullo “stare col fiato sul collo dell’avversario”, quando questo è proibito? Quale sarà la distanza osservata tra i giocatori nell’area di rigore al momento del calcio d’angolo o del cross? Saranno capaci nell’euforia del goal segnato non abbracciarsi? Magari quello degli ultimi secondi, come ormai spesso accade?
A tutte queste domande l’unica etichetta attribuibile è di “ASSURDO CAMPIONATO”. Quello vero è terminato nello spettrale stadio Marc’Antonio Bentegodi di Verona, in un silenzio tombale quella notte del 9 marzo scorso, dove si è disputata l’ultima partita tra squadre professionistiche: Chievo-Cosenza. Un match da consegnare alla storia. Per il resto…lasciamo perdere.
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