Il Tennis di Alberto Capilupi – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
Camila Giorgi e Fabio Fognini, gli unici connazionali che fino a ieri erano rimasti in gara, non ce l’hanno fatta. Camila è quindi arrivata tra le prime 8, mentre Fabio, che ha perso agli ottavi di finale, si è piazzato tra i primi 16.
Per la Giorgi è un motivo di grande soddisfazione,perché si è trovata largamente al di là rispetto alla sua posizione nella graduatoria WTA valutata prima dell’inizio del torneo, in cui era al 61° posto.
Per Fognini, testa serie n. 15, attualmente n. 31 ATP e n. 9 nel 2019, si tratta invece della conferma di valere ancora un posto tra i primi 20 giocatori del mondo.
Nel primo set Camila Giorgi, affrontando l’ucraina Elina Svitolina, testa di serie n. 2, attualmente n. 5 WTA (ed ex n. 3 nel 2017),ha ceduto subito il servizio, mandando lunghi un rovescio e un diritto dopo la risposta: 0-30, seguito poco dopo da un attacco a rete senza successo.
Nuovo break per Svitolina nel terzo gioco: servizio e terzo colpo a rete.
Nel settimo gioco l’italiana ha avuto finalmente una reazione, che le ha consentito di annullare due set-point e di evitare un nuovo break. Addirittura nel game successivo è stata lei ad ottenerlo.
Poi ha annullato un terzo set point e si è portata ad un passo dal tie-break, che però l’ucraina è riuscita ad evitare, chiudendo il primo parziale a 6-4.
Anche nel secondo set la Giorgi, di nuovo subito al servizio come nel primo, è partita disastrosamente, mandando in rete il terzo colpo due volte consecutive e poi con il regalo di un doppio fallo. Inevitabile il break.
Disastroso anche il bilancio del quinto game: un doppio fallo e due rovesci lunghi negli scambi: secondo break del set per Svitolina e 4-1 a suo favore.
A quel punto la maceratese ha cominciato ad esprimere il suo tennis migliore, con colpi profondi, piazzati e veloci per i successivi tre game.
Ma, come era successo nel primo set, Svitolina poi ha ripreso in mano il controllo del gioco, chiedendo set e partita con lo scarto di un solo game.
Sostanzialmente l’ucraina tende a giocare al centro fin che può, per ridurre i rischi, ma sa anche attaccare. Quando deve difendersi lo sa fare, riuscendo anche a contro-attaccare. Queste caratteristiche vengono confermate dalle statistiche: Svitolina ha vinto più punti della Giorgi (63-54), ha fatto più ace (6-1), ha commesso meno doppi falli (3-4) e meno errori non forzati (27-36). Ma Giorgi ha vinto più punti sia con il diritto (9-6), sia con il rovescio (6-0). Evidentemente l’ucraina, a differenza di Camila, non cerca sempre il punto, tranne quando è necessario.
Fabio Fognini, opposto al russo Danil Medvedev, testa di serie n. 2 e anche n. 2 della graduatoria ATP, è partito male, cedendo subito il servizio a causa di una serie di errori banali ed evitabili. Più o meno la cosa si è ripetuta nel quinto game. Il russo si è trovato così in discesa verso la conquista del primo parziale, che ha acquisito con un facile 6-2.
Nel secondo set niente da segnalare per i primi 6 giochi.
Nel settimo Fognini ha rischiato di subire il break, che però ha evitato: 4-3 per lui.
L’ottavo, lungo e molto combattuto, si è concluso con l’unico break ottenuto in tutto l’incontro dall’italiano, che così si è accaparrato il secondo set per 6-3.
All’inizio del terzo set, con Medvedev al servizio, Fognini si è trovato in vantaggio per 0-40. Tre break point, quindi. Ma il russo, facendo ricorso a tutta la propria classe, è riuscito a neutralizzarli, portando poi a casa il game. Obiettivamente Fognini non ha avuto colpe nel non avere sfruttato un’occasione così ghiotta: il merito va riconosciuto al russo. Che poi, scatenato, ha lasciato a zero l’avversario nel game successivo.
Il settimo gioco è stato strepitoso per entrambi i giocatori. Un giuoco di altissimo livello, che purtroppo si è concluso anche questo a favore del russo, che infine ha strappato il servizio a Fognini nell’ultimo gioco: 6-2.
Medvedev e Fognini sono profondamenti diversi come giocatori. Hanno in comune soltanto i pochi palleggi a terra prima di battere (evidentemente non sentono il bisogno di rifiatare). Il russo compie movimenti molto ampi sia nel diritto che nel rovescio, mettendo in mostracoordinazioni estremamente personalizzate ed esteticamente piuttosto bruttine a talvolta persine goffe, mentre l’italiano fa ricorso a movimenti essenziali e molto sciolti, confidando soprattutto sul tempismo e sulla parte superiore del corpo.
Le statistiche dello score mettono in rilievo la superiorità di Medvedev soprattutto nell’attacco: 92 i punti vinti dal russo contro 78 quelli dell’italiano. E 9-2 gli ace a favore del primo.
Anche negli errori non forzati Medvedev è stato più bravo: 40 i suoi e 44 quelli di Fognini.
Stiamo così andando verso la parte conclusiva del torneo olimpico.
Per il singolare maschile sono in programma i quarti di finale, mentre ci saranno già le semifinali per quello femminile, per il doppio maschile e per il doppio femminile. Rimane il doppio misto, il cui primo turno è partito più tardi.
Nel singolare maschile sono rimasti 7 europei e un asiatico: il giapponese Nishikori, che difende i colori dei padroni di casa. Ma purtroppo il suo compito è quasi impossibile, perché nella parte alta del tabellone deve affrontare proprio il serbo Djokovich, n. 1 in tutti i sensi. In caso di vittoria, Djokovicch dovrà vedersela in semifinale con il vincente tra il tedesco Zverev e il francese Chardy. Per il serbo non ci dovrebbero essere problemi.
Nella parte bassa il russo Medvedev, n. 2 del torneo e del mondo, non dovrebbe avere grossedifficoltà per superare lo spagnolo Carreno Busta. Il russo, se vincesse, dovrebbe poi misurarsi in semifinale con un tennista che in queste olimpiadi ha già compiuto un’impresa: o con il connazionale Kachanov, che ha eliminato l’argentino Schwartzman, oppure con il francese Humbert, che ha battuto Tsitipas, testa di serie n. 3 e quarto al mondo.
Nel singolare femminile sono rimaste in gara solo europee fin dai quarti di finale. Scomparse le teste di serie n. 1 e n. 2, la più forte delle 4 semifinaliste potrebbe essere (per come ha giocato finora) l’unica che non era partita come testa di serie: la ceca ventiduenne Vondrousova, n. 42 della graduatoria WTA. In semifinale dovrà affrontare la più quotata delle quattro, l’ucraina Elina Svitolina, testa di serie n. 4. Le altre due semifinaliste sono la svizzera Bencic (testa di serie n. 9) e la kazaka Rybakina, testa di serie n. 15.