DOPO QUASI MEZZO SECOLO LA COPPA DAVIS TORNA IN ITALIA, TRASCINATA DA SINNER, DIVENTATO IL NUOVO PORTABANDIERA DELLO SPORT ITALIANO. NELLA FINALE CON L’AUSTRALIA E’ STATA FONDAMENTALE ANCHE L’INCREDIBILE E SOFFERTA VITTORIA DI MATTEO ARNALDI, SECONDO SINGOLARISTA
FRATELLI D’ITALIA
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
Gloria all’Italia, tornata dopo 47 anni in possesso della prestigiosa insalatiera che ogni anno viene assegnata alla rappresentativa vincitrice della Coppa Davis, la competizione che in pratica è il campionato mondiale nazionale di tennis maschile a squadre.
E gloria soprattutto a Jannik Sinner, ufficialmente ancora al quarto posto nella graduatoria ATP, ma riconosciuto in questo momento come il più accreditato successore del numero uno del mondo, Novak Djokovic, da lui battuto per la seconda volta in due settimane.
Gloria inoltre sia a Lorenzo Sonego, sempre affidabile in Coppa Davis persino come doppista con Sinner, sia a Matteo Arnaldi che, avendo vinto ieri il singolare di apertura nella finalissima con l’Australia, ha evitato, dopo la scontata supremazia di Sinner nel confronto tra i numeri uno, la possibile sconfitta della propria squadra, che sulla carta non era data come come favorita, nel doppio.
E gloria anche a Filippo Volandri, capitano della squadra, che ha azzeccato le giuste formazioni per riuscire a portare sempre a casa il risultato.
E gloria a tutta la squadra, che ai bordi del campo ha sempre sostenuto i propri compagni impegnati nel gioco.
Senza dimenticare che abbiamo vinto pur non avendo a disposizione un giocatore come Matteo Berrettini, fino a poco tempo n. 7 del mondo, aggregatosi volontariamente alla squadra come tifoso.
I primi a scendere in campo sono stati i singolaristi n. 2: per l’talia Matteo Arnaldi, n. 40 ATP, e Alexei Popyrin, n. 44.
Matteo, preferito da Volandri a Lorenzo Musetti, doveva farsi perdonare per la sconfitta subìta contro l’Olanda. C’è riuscito pienamente e a modo suo, con i soliti alti e bassi tra errori evitabili e colpi brillanti, cedimenti imprevedibili e recuperi altamente improbabili, ma soprattutto con un’incrollabile forza d’animo, mostrando a tutti di essere capace di evitare gli errori vistosi commessi il giorno prima con le palle corte e le volèe.
Nel primo set ha ottenuto un break nel quarto gioco, approfittando dell’instabilità emotiva dell’avversario, che continuava a sparacchiare fuori in lunghezza. Ma Arnaldi, inspiegabilmente, invece di starsene in attesa di nuovi e probabili errori da parte dell’australiano, gli ha poi restituito immediatamente il dono ricevuto, regalandogli generosamente quattro punti consecutivi e di conseguenza il controbreak.
Poi al decimo gioco ha gettato alle ortiche un altro regalo di Popylin, che ha rimontato da 0-40 senza fare assolutamente nulla per meritarlo.
Ma nei due game successivi ha tenuto duro, riuscendo ad ottenere un secondo break e quindi, al dodicesimo gioco, il set per 7-5.
Il secondo parziale è stato disastroso per Arnaldi, che ha perso subito il proprio servizio nel primo game e nel terzo, giocando senza alcuna concentrazione: 6-2 per Popyrin.
Nel set decisivo l’italiano ha infine messo a dura prova la pressione arteriosa dei tifosi italiani, perché è riuscito ad evitare per ben 8 volte il break (3 nel primo gioco, 2 nel terzo, 2 nel settimo e infine un’altra volta nel nono).
Popyrin, in preda allo sconforto, gli ha poi regalato una palla-break con un doppio fallo al decimo gioco, ponendovi tuttavia rimedio con un servizio vincente, ma nel dodicesimo gioco ha perso nuovamente la testa, offrendo all’italiano la palla definitiva per la conclusione del match: 7-5 per Arnaldi, che nelle situazioni di svantaggio ha saputo dare il meglio di sé con palle profonde e ben piazzate, alternate a discese a rete vincenti e a qualche palla corta ben controllata.
Una vittoria molto sofferta e preziosissima.
Il confronto tra Sinner e De Minaur è stato poi troppo impari, nonostante l’australiano potesse vantare un’ottima posizione nella graduatoria ATP, essendo al n. 12.
Jannick l’ha sempre fatto ballare a destra e a sinistra a ritmi forsennati, riuscendo quasi sempre a portarlo in ritardo con improvvise accelerazioni. Dopo aver subìto un break al terzo gioco, De Minaur ha rischiato di cederne un altro al settimo gioco, ma senza esito. Poi addirittura ne se ne è procurato uno a suo favore (l’unico dell’incontro) nel game successivo, anche questo non concluso positivamente.
Nel nono gioco Sinner ha però ingranato la marcia, procurandosi 3 palle-break consecutive e vincendo il set alla seconda occasione: 6-3 a suo favore.
A quel punto l’australiano, pur noto per la fama di tennista irriducibile, ha smesso di lottare, rendendosi conto della distanza incolmabile che aveva rispetto all’avversario. Inevitabile l’umiliante 6-0 dopo aver ceduto ben 8 giochi consecutivi dal 3-4 del secondo set.
Apoteosi per Sinner e per l’Italia.