Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
Sinner ha varcato la soglia dell’impossibile, facendo leva su un’incrollabile fiducia in se stesso, mentre Djokovic, incredulo spettatore di tale impresa, non ha più saputo reagire, crollando proprio sul terreno in cui da tutti e anche da se stesso era considerato ineguagliabile: la forza mentale.
Il n. 1 del mondo, aveva perso con un netto 6-2 il primo set senza entrare in partita, soprattutto perché non riusciva a contrastare il ritmo forsennato imposto dal giovane talento, da cui era stato sconfitto qualche settimana fa (ma che poi aveva superato a conclusione delle ATP Finals in una sorta di rivincita). Poi il serbo era stato capace di tornare ad essere se stesso nel secondo parziale, in cui aveva inserito il suo abituale pilota automatico senza commettere errori evitabili, restituendo addirittura il medesimo risultato e con lo stesso punteggio al nostro Jannik, che a sua volta sembrava essere diventato impotente nel sostenere lo scambio.
Nel terzo set, proseguito per buona parte con la conferma della superiorità del serbo, in realtà nessuno dei due ha perso il proprio servizio nei primi 10 giochi. Ma, mentre Sinner non ha avuto alcuna occasione a favore, Djokovic ne ha avute ben 5, tutte non trasformate: una nel secondo game, un’altra nell’ottavo e infine altre 3 (fatali) nel decimo game, addirittura sotto forma di altrettanti match point a partire da 0-40: come dire che la vittoria era ormai a sua totale disposizione, scodellata su un vassoio d’argento. Ma Jannik, evidentemente dotato di un autocontrollo da extra-terrestre, è riuscito a compiere il miracolo di annullare quei tre punti decisivi uno dopo l’altro, lasciando gli spettatori e la propria squadra con il fiato sospeso tra la speranza e l’incredulità. Ed è doveroso precisare che in tale situazione Djokovic non ha offerto alcun regalo all’avversario, perché Sinner ha fatto tutto da solo nell’annullare quei tre match point.
Comprensibilmente il campione serbo, accusando il colpo, ha perso poi tutta la residua fiducia che aveva in se stesso, facendosi breccare nel gioco successivo, mentre Sinner ha utilizzato nel servizio l’arma privilegiata che ha conservato per concludere con successo l’incontro.
Un risultato apparentemente incredibile, che senza dubbio rimarrà nella storia del tennis.
La giornata era partita male per l’Italia che, come nei quarti contro l’Olanda, aveva perso il confronto tra i numeri due del singolare. Così come era già successo con Arnaldi, che era stato sconfitto dopo aver vinto il primo set, Musetti si è imposto nel primo set, poi ha ceduto negli altri due. A differenza di Matteo Arnaldi, che era stato sconfitto dall’olandese Botic Van de Zandschulp giocando a corrente alternata e senza far tesoro dei propri errori, Lorenzo Musetti ha giocato molto bene nel primo set e nella prima parte del secondo contro il serbo Mionir Kecmanovic, fortissimo da fondo campo e inesorabile nella risposta al servizio, riuscendo a batterlo al tie-break del primo set. Poi, a partire dal sesto game del secondo set, Musetti è letteralmente scoppiato, perdendo 8 giochi consecutivi senza riuscire minimamente ad opporsi: di conseguenza 2-6 nel secondo parziale e 0-5 nel terzo, concluso infine con un umiliante 1-6.
Nel doppio siamo infine riusciti anche questa volta a rimettere le cose a posto con Sinner e Sonego. La nostra coppia ormai consolidata di singolaristi si è imposta infatti in due set su Djokovic e Kecmanovic, anch’essa coppia di singolaristi messi in campo in doppio. La differenza era però che Sonego era fresco perché non aveva disputato il singolare.
Non è stato un bel doppio, ma una gara piuttosto anomala, a partire dalla disposizione in campo dei serbi, a proprio agio solo a fondo campo e pesci fuor d’acqua a rete. Inevitabili i pericolosi proiettili al corpo di chi si trovava a rete senza protezioni, per fortuna senza conseguenze: un problema che dovrebbe essere però preso in considerazione da chi gestisce il mondo del tennis, per prevenire possibili incidenti anche gravissimi.
L’Italia accede così alla finalissima di Coppa Davis: un successo enorme per la nostra squadra, grazie soprattutto a Sinner e senza poter contare su un secondo singolarista affidabile.
Che cosa deciderà Volandri?
Riuscirà l’Italia a conquistare per la seconda volta la Coppa Davis, dopo il successo del 1976?