
-di Enrico Brigi–
Si dice che il tre sia il numero perfetto. Ecco, quindi, che il tre ricorre un po’ in tutti i contesti della nostra vita, sport compreso. Nel mondo del calcio, in particolare, diventa quasi facile associare ricordi a questo numero. Facile, ad esempio, ricordare il famoso trio d’attacco del Milan degli anni ’60 composta da Gren, Nordhal e Liedhom, da tutti soprannominato Gre-No-Li.

Il pallone, tuttavia, racconta di un trio per certi versi un po’ “anomalo” composto da tre argentini, che la storia ha associato tra di loro, pur avendo indossato da noi casacche diverse. Parliamo di Omar Sivori, Claudio Valentin Angelillo e Humberto Maschio, giocatori rispettivamente di Juventus, Inter e Bologna. Tre campioni che seppur con squadre diverse sono sempre stati accomunati per le loro caratteristiche. Erano noti per non risparmiarsi mai, sia in allenamento che in partita.

Il mondo del calcio li ricorda amichevolmente come “gli angeli dalla faccia sporca”. L’appellativo fu loro affibbiato da un massaggiatore della nazionale argentina, dove iniziarono a giocare insieme prima di scendere in campo con quella italiana in quanto “oriundi che li vedeva uscire dal campo con la faccia sempre “sporca” di fango e polvere. Un’immagine che, se vogliamo, riporta le menti di molti sportivi anche al famoso film con James Cagney e Humprey Bogart dal titolo appunto “Gli angeli con la faccia sporca”.

Nati e cresciuti in mezzo alla strada, arrivati in Italia seppero mettere in mostra tutto il loro potenziale tecnico regalando al pubblico giocate di grande qualità che ancora oggi sono ricordate con nostalgia, la nostalgia per un calcio che, purtroppo, non esiste più.