La cosiddetta morte improvvisa conseguente a letali aritmie cardiache colpisce soprattutto i giovani ed in particolare gli atleti. Tra le malattie aritmiche gravi è particolarmente insidiosa la cosiddetta “cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro”, malattia genetica spesso difficilmente diagnosticabile in via preventiva, spesso completamente asintomatica in quanto il portatore della malattia si trova in uno stato di apparente assoluto benessere. Si stima che circa 1200 morti improvvise tra i giovani siano imputabili ogni anno solo in Italia a causa di questa patologia. Anche in caso di riconoscimento tempestivo le cure attualmente non sono risolutive. Ricordo i casi recenti di Morosini, Puerta, Juzonovic e di altri atleti colpiti e deceduti improvvisamente a causa della letale aritmia. Anche una nostra atleta, campionessa di salvamento acquatico, affetta senza saperlo dalla patologia è stata colpita improvvisamente dall’aritmia, fortunatamente in quel momento si trovava nel posto giusto ed è sopravvissuta. La sopravvivenza è legata alla defibrillazione elettrica cardiaca che deve avvenire entro pochissimi minuti dall’evento, purtroppo la defibrillazione non è risolutiva. La famiglia della nostra atleta e lei stessa sono ora impegnati in prima linea nell’intento di supportare la ricerca scientifica per arrivare ad una diagnosi precoce e ad una terapia risolutiva. Le ricerche più avanzate sono portate avanti dall’Università di Padova in collaborazione con l’Università canadese di Vancouver. La ricerca necessita di fondi e di collaborazione, quindi è stata creata a tal fine una Onlus per finanziare una borsa di studio e la ricerca di un farmaco risolutivo. Sul sito www.gecaonlus.org si può diventare soci e sostenere l’iniziativa, che è sempre verificabile, aggiornata tramite newsletter, la stessa Onlus fornisce assistenza telefonica e organizza meeting informativi.
Lorenzo Marugo
Medico federale Federazione Italiana Nuoto