EDUCARE, CREARE, CAMBIARE

di Mirko Rimessi – Redazione Nazionale Panathlon Ferrara
Mercoledì, Gino Cecchettin ha parlato a Ferrara ai ragazzi delle Scuole Superiori durante l’incontro “Il rumore dell’arte contro la violenza”, magistralmente pensato e realizzato da docenti e studenti dell’IIS CopeCrnico-Carpeggiani, evento al quale ho avuto la fortuna di assistere.
Nel sottotitolo scelto c’è tutto: “educare, creare, cambiare”. Una tematica importante e oggi molto d’attualità ma, vi chiederete, cosa c’entra con lo sport?
L’episodio che mi ha colpito, e fatto propendere per raccontarvelo, è stato la scelta di una metafora sportiva usata da Cecchettin per spiegare perché, a suo parere, non si può pensare di cambiare le cose agendo solo sulle pene, rispondendo ad una delle domande poste da uno dei ragazzi.

La replica inizia con il classico “ti intendi di sport?”, che ci fa capire bene quando la citazione Mandeliana che recita “lo sport è linguaggio universale che parla ai giovani come niente altro” sia appropriata. Per poi proseguire: “Se ad un calciatore viene detto – beh, devi migliorare in tutto – e lui si mette lì giorni e inizia a calciare e calcia, calcia, calcia, finché ha un tiro perfetto, però non ha corso, non ha fatto dribbling, non ha fatto un po’ di salti, non ha allenato lo stop, è diventato bravissimo a posizionare la palla sul set, ma ti mancano tutti degli altri fondamentali, sei migliorato come calciatore? No, sei migliorato solo nel tiro. Per migliorare come calciatore devi allenare tutti gli aspetti nel tuo ambito. E lo stesso è nella società: si deve agire in ogni singola componente. è chiaro che servono le pene perché noi ci siamo dati un patto sociale: restiamo in questa società ma ci sono delle regole da rispettare, altrimenti sarebbe l’anarchia. Chi esce da questo patto ovviamente deve essere posto a giudizio. Ma poi serve anche dell’altro. Serve l’educazione, che deve essere costante perché quante volte ti dicono una cosa e poi te la dimentichi. Quindi è un’educazione che deve essere costante e poi con la pratica diventa abitudine. Questa è la cosa più difficile da fare perché chiaramente serve un aspetto e serve l’altro, e va reiterato nel tempo, va reiterato soprattutto all’interno delle generazioni ed è la cosa più difficile da fare perché molto spesso vuol dire anche porsi degli obiettivi avanti 5, 10 anni.
L’evento è visibile su: https://www.youtube.com/live/wwSjDTkmMcA?si=N2a5F5RFl1lCuozJ