Nella serata conclusiva l’omaggio a Gianni Brera con la presentazione del libro rievocativo patrocinato dal Panathlon- L’idea vincente di Gianluigi Superti che ha coinvolto per la ventiduesima edizione personaggi come Enrico Vanzina, Maurizio Di Giovanni, Romano De Marco, Giovanni Malagò e Roberto Boninsegna.
di Adalberto Scemma – Redazione G.Brera UniVr Area1 Veneto Trentino/
LETTERATURA SPORTIVA
“Il libro è una vita di scorta, un porto a cui qualcuno deve indirizzarci, perché non sempre vi si arriva da soli.” Lo ha detto Nantas Salvalaggio aprendo la prima edizione di “Incontri all’imbrunire”, la fortunata rassegna culturale nata da un’idea di Gianluigi Superti. Una frase che ha finito per diventare un mantra grazie anche all’atmosfera unica del Circeo che ha finito per coinvolgere nel tempo non soltanto scrittori pronti a raccontare le loro “vite di scorta” ma anche personaggi di una cultura “a tutto campo”, come ha dimostrato l’edizione appena conclusa.
“La cornice della rassegna – racconta Superti – è il giardino mediterraneo del Circeo Park Hotel dove le parole restano magicamente sospese nell’aria grazie anche al coinvolgimento del pubblico in una kermesse frizzante e carica di emozioni perché un altro dei motti della rassegna è la celebre frase di Vinicius de Moraes: “A vida è arte do incontro”. Circe è presente non a caso sullo sfondo, quando l’atmosfera dell’imbrunire lascia spazio all’aprirsi di personaggi che non sempre sono disponibili a lasciare intuire la parte più profonda di sé”.
L’omaggio a Gianni Brera, con la presentazione del libro rievocativo curato da Adalberto Scemma e patrocinato dal Panathlon Club, ha chiuso dunque la rassegna che ha visto ospiti nelle sei serate della ventiduesima edizione personaggi dal “multiforme ingegno” (l’ombra di Ulisse aleggia sempre sul Circeo…) come Enrico Vanzina, Maurizio Di Giovanni, Romano De Marco, Giovanni Malagò e Roberto Boninsegna. Ad affiancare Adalberto Scemma nel racconto letterario dell’”Arcimatto” sono intervenuti lo stesso Gianluigi Superti con il noto conduttore radiofonico e televisivo Francesco Vergovich e con Alberto Laurenti, musicista sensibile caro a Califano Ad arricchire i tre temi cardine della vicenda breriana hanno contribuito le presenze in video di Darwin Pastorin, Claudio Rinaldi e Furio Zara.
Ad aprire la kermesse di “Incontri all’imbrunire” è stato il regista e sceneggiatore Enrico Vanzina che ha coinvolto il pubblico con classe e leggerezza presentando il suo ultimo libro “Il cadavere del Canal Grande”. Il secondo incontro ha visto invece protagonista lo scrittore e drammaturgo napoletano Maurizio De Giovanni (“Il commissario Ricciardi”, “I bastardi di Pizzofalcone”, “Sorelle”), fedele a una tradizione che lo vuole ospite privilegiato con sette partecipazioni. De Giovanni ha parlato del suo ultimo libro (“Sorelle”, appunto), ma anche di sè stesso e delle sue passioni (Napoli, la musica), stando tra amici in un contesto leggero dove si alternano magicamente commozione e divertimento.
Terzo incontro con il giallista Romano De Marco che ha presentato “Codice di ferro”. Gli anni ’90 fanno da sfondo a questo thriller dal ritmo incalzante ambientato tra Roma e Tokyo in cui l’autore si conferma ancora una volta come un maestro del noir.
Per il clou della rassegna ecco la presenza di Giovanni Malagò: non solo i dieci anni di presidenza Coni ma anche e soprattutto il focus sul personaggio e sulle sue passioni con un titolo emblematico: “Il fascino di un uomo vincente”.
“Il mito di Bonimba” ha calamitato l’attenzione del pubblico in occasione del quinto incontro. Le rarissime le apparizioni in pubblico di Roberto Boninsegna e il segno indelebile da lui lasciato nel calcio italiano e internazionale possono dare l’idea dell’eccezionalità dell’incontro. Il gol segnato nella finale mondiale contro il Brasile di Pelé, la grande amicizia dentro e fuori dal campo con Gigi Riva e il grande amore per i colori nerazzurri sono solo alcuni dei temi che sono stati affrontati con un grande campione diventato mito grazie anche al soprannome di conio breriano. L’occasione giusta per lo spazio concesso in chiusura alla figura straordinaria dell’”Arcimatto”.
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